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Selezioni Regionali Rugby U14 e Allenamento con i Barbarians

Ciao popolo Bianco Verde,
Alcune novità degli ultimi giorni nella nostra scuola Rugby.

Selezioni Rugby Regionali:

Oggi i nostri atleti dell’Under 14 si stano dando da fare nell’allenamento ed eventuale selezione regionale per il trofeo CONI 2016. Speriamo che vada bene e che qualcuno dei nostri giocatori possa partecipare al Torneo “SEVEN”. Sarebbe un onore per la società poter contribuire.

In bocca al lupo ed ecco le foto:

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Allenamento con i Barbarians:

Martedì 19 Aprile si è tenuto un allenamento insieme ai Barbarians nel campo di via di Villa Spada per il progetto di rugby nelle scuole Romane.

Un bel pomeriggio passato insieme, vedendo i ragazzi a anche ragazze divertirsi con il rugby. Vi proponiamo qualche immagine scattata per l’occasione.

Qui il dépliant “Progetto Barbarians” che spiega il progetto.

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Rugby per bambini: consigli per iniziare

Rugby per bambini: Riportiamo L’articolo di Pianeta Donna.

Fare attività fisica è sicuramente molto importante per il corpo ma anche per la mente. Perciò è bene avvicinarsi allo sport sin dall’infanzia, in modo tale da essere abituati sin da subito a fare esercizio. Tra gli sport meno diffusi e praticati, ma che oggigiorno sta prendendo piede sempre di più in Italia, è il rugby. Ciò che molte persone ignorano è che questa attività non è svolta solo dagli adulti, ma può essere praticata anche dai bambini. Vediamo perciò in questa guida alcuni consigli per iniziare a far simpatizzare i bambini con questo sport.

Erroneamente nell’immaginario comune il rugby è uno sport piuttosto violento, dunque si tende ad allontanare i propri bambini il più possibile da questo tipo di attività. Sebbene invece il rugby sia basato su molto contatto fisico (ma comunque solo per gli adulti), ciò non significa che i giocatori debbano essere aggressivi e brutali tra di loro.

Molti si chiedono quale sia l’età migliore per iniziare a fare rugby. Già dai cinque anni i bambini possono frequentare un corso di mini rugby. Dal momento che a quell’età il placcaggio è inesistente, impareranno a prendere confidenza con la palla, ma anche il rispetto delle regole e la disciplina. Infatti la lealtà e il rispetto dell’avversario, a differenza di altri sport, sono sentimenti percepiti anche dai rugbisti che giocano a livello agonistico.

Le regole del mini rugby sono diverse da quelle del rugby vero e proprio per i grandi: ad esempio, fino ai dodici anni, maschi e femmine giocano insieme (perché si tratta di uno sport che viene praticato anche dalle femmine!). Più sono piccoli meno sarà il numero di partecipanti schierati in squadra, ma le sostituzioni saranno illimitate. In questo modo si dà a tutti la possibilità di partecipare. Un’altra regola importante per i più piccoli e valida fino agli under 10 è il divieto di calciare la palla con il piede. Si può dire dunque che fino agli under 10 non si tratta di vero e proprio rugby, ma di un avviamento a questo sport.

A questo punto non resta che trovare un club in cui il bambino possa iniziare. Il rugby viene considerato un’attività non professionistica fino alla categoria under 14: per i più piccoli dunque sarà necessario un certificato che attesti semplicemente l’idoneità sportiva e tale certificato viene rilasciato dal pediatra o in alternativa dal medico di base. Accertatevi allora che sia il club a sottoscrivere l’assicurazione che tutelerà i vostri figli.

Iscrizioni sempre aperte da noi, contattaci per una prova di rugby per bambini.

(Articolo Originale:  Clicca qui)

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Padre / Figlio: Andrea e Stefano… Torneo Arezzo 2016

Inauguriamo la serie Padre / Figlio, con Andrea e Stefano dell’U12.

Come tutti gli anni, in questo periodo dell’anno ci ritroviamo a partecipare ad alcuni eventi. Oggi si inizia con un torneo di una certa caratura, andiamo ad Arezzo. Ci abbiamo già partecipato nelle scorse edizioni, e fu molto dura.

La partenza è fissata alle 5 di mattina. L’aria che si respira nel gruppo è carica di buone prospettive. Molto elettrizzante, devo ammettere. Infatti, tre minuti dopo aver occupato il mio posto sul pullman, dormo con la bolla al naso. Subito inizia a circolare sui vari gruppi di ‘WhatsApp’ la mia foto con bolla. Succede sempre, sono quei piccoli rituali da trasferta di cui non si può fare a meno.

Arrivati ad Arezzo, il clima si rivela subito festoso e il tutto veramente ben organizzato. Siamo i primi a giocare. La nostra under12 scende in campo contro una squadra molto forte, che conosciamo bene: la Gispi Prato. I ragazzi però rimangono tranquilli e lo dimostrano in campo. Partenza lampo per noi: meta. Poi lo tsunami: 9 a 0. Vinciamo senza fatica. Si avverte qualcosa di diverso tra i ragazzi oggi. Giocano davvero di squadra, sincronie perfette. Pochi errori e grande fluidità di manovra. Una partita dopo l’altra ci ritroviamo in finale contro Firenze. Negli anni passati squadre come Perugia e Firenze ci hanno messo sempre un po’ in soggezione. Bambini strutturati già da adolescenti, agonisticamente cattivi, grande organizzazione di gioco. Eppure questa volta quelli d’un altro pianeta siamo noi. Due mete subite in tutto il torneo. Nel frattempo la festa continua in questa giornata quasi estiva. Birre e panini con la salsiccia vanno via a go-go accompagnate dalla musica di un dj set. Una vera festa.

Insomma, per farla breve, vinciamo la finale 5 a 1.  A parte la vittoria però, quello che a mio avviso è importante è la consapevolezza che la squadra ha raggiunto circa le sue reali potenzialità, tutt’altro che trascurabili. Ragazzi, continuate a giocare così, come un corpo solo che si muove e combatte per divertirsi e migliorare e vedrete che vi toglierete belle soddisfazioni. E ce le toglierete anche a noi, che da fuori facciamo il tifo.

Andrea Alfonsi (Papà)
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Resoconto Arezzo Stefano.

Domenica ad Arezzo ci siamo impegnati al massimo, io come se fosse stato il mio ultimo torneo, l’Under 12 è arrivata fino alla finale, mentre le altre categorie a parte l’Under 6 sono state più sfortunate.
L’Under 12 comunque lottando come dei Leoni è arrivata in finale poi con la grinta, la tecnica, la voglia e il coraggio il Nuovo Salario ha fatto una partita splendida vinta 5 a 1 col Firenze.
Ma la cosa più importante e che ci siamo divertiti! Quando io prendevo la palla mi sentivo come volare, maul, mischie, ruck, contro ruck, calci (a parte quelli di Giuseppe) e schieramenti tutti perfetti, tutte le vittorie sono state schiaccianti, ed ho un’ultima cosa da dire, il gioco di squadra non è mancato.

Stefano Alfonsi (U12)

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Esperienza oltre oceano, racconto del Torneo di Arezzo e non solo, dall’Indonesia

Domenica 3 Aprile 2016 – Torneo Arezzo – U12

Premessa

… sono un papà che per motivi di lavoro si trova attualmente in Indonesia… (+7 GMT)

Da quando siamo entrati in questa Società (prima esperienza nel Rugby per la mia famiglia…), ho percepito da subito l’affiatamento che “permeava” in questo ambiente…, da subito siamo stati accolti più che in una Società Sportiva in una famiglia… dove ci si aiuta reciprocamente senza nulla a pretendere…

Lo spirito di squadra che si respira… ha dell’invidiabile… sia in campo che fuori!!!

Personalmente sono orgoglioso di farne parte.

Ho avuto modo di confrontarmi svariate volte con mio figlio sui sacrifici che questo Sport (con la S maiuscola) comporta… perché ritengo che non sia facile per un “bambino” (di 11 anni) comprendere certe dinamiche sportive e ho cercato personalmente di spiegargli con quale spirito affrontarle…

…le fatiche, …i dolori, …le sconfitte, …le delusioni, ma anche le vittorie… ( 😀 ) fanno parte di questo ambiente, che ritengo ti formi a “sopportare” anche più di quello che sei abituato e/o disposto a fare…

…se superi tutto questo, …se sei in grado di rialzarti nonostante tutto… beh secondo me sei già sulla buona strada per affrontare la VITA… quella vera, quella che non ti regala niente… e che non dà nulla per scontato…

Domenica, ho avuto solo conferme di quanto premesso sopra… grazie ai messaggi in tempo reale sul gruppo di WhatsApp, relativi anche al gioco di mio figlio… e alla sua “performance” mi sono sentito come a casa…, come essere lì con tutti Voi… che dire di più?

…Il culmine si è raggiunto con una Videochiamata via Skype di un genitore (Ops, di un Amico) che si trovava ad Arezzo il quale di sua iniziativa (appunto… senza nulla a pretendere…), mi ha chiamato e mi ha dato la possibilità di vedere dal vivo la Finale dell’U12, un’emozione unica…

…le foto, e i video ricevuti poi… hanno reso questa giornata UNICA nel suo genere.

GRAZIE A TUTTI
…un genitore RNS

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LE MAMME DEL RUGBY…

Cominci quando è ancora nella pancia. Vitamine, fluoro per i suoi dentini, stai attenta a quello che mangi, non fumi. Poi nasce. Notti insonni, file dal pediatra per ogni piccolo particolare che ti sembra non vada, i primi passi barcollanti ti fanno venire il mal di stomaco: Cadrà, si farà male. I primi pianti all’asilo, notti tormentate : Avrò fatto bene, soffrirà, si sentirà solo? Le tragedie per un graffio e una spinta da un amico : quelle maestre non li guardano abbastanza!

Hai sognato che facesse sport, lo sport fa bene, ma una disciplina non troppo rischiosa, magari singola, con una bella rete in mezzo, tipo tennis, o, al limite, pallavolo, che a te da ragazza piaceva tanto…..

E invece eccoti qui!! Alla rete. A bordo campo. A guardare una montagna di gambe, visi, braccia tutte intrecciate, con la consapevolezza che sotto tutti c’è lui. Il tuo adorato “pargoletto”! Ma lo stomaco non ti fa più male, tanto sai che si rialza e nella prossima ruck o mischia sarà di nuovo lì. Come dice una canzone del Liga “Lì nel mezzo finché ce n’hai stai lì…….. stai lì”.
Ma cos’ha questo rugby?

Ho visto ragazzi trasformati; babbi che sembravano Andy Capp alzarsi alle sette a segnare il campo; mamme panterate alle prese con pastasciutta e arista per decine di ragazzini affamati dopo le gare.

Un altro pianeta? Forse sì. Un virus forse! Ti entra nel sangue e la passione ti divora. Ragazzi che d’estate sembrano persi senza partite e allenamenti, babbi che non hanno mai giocato che si improvvisano rugbisti. Un clan , una setta non troppo segreta, legata alla propria maglia (un po’ campanilistica a dire il vero) ma pronta a riconoscere nel mondo i suoi simili. I rugbisti si riconoscono a naso in qualunque parte del mondo siano. All’inizio pensavo saranno le troppe botte che hanno preso. Oppure che per il rugby hanno perso tutti gli amici e non sanno cos’altro fare. Gli altri sport se fai una trasferta da Prato a Firenze sei preoccupato, qui, in primavera, i casellanti del Veneto ti chiedono se a casa stanno tutti bene.

Ma allora cos’è?

Non lo sai cos’è, ma è qualcosa che ti permette di stare alla rete e non vedere solo tuo figlio ma un insieme di ragazzi, un gruppo. E fuori dallo spogliatoio ti accorgi che di quel gruppo fa parte solo lui, con le canzonacce da osteria cantate a squarciagola,(le stesse che senti cantare alla prima squadra in serie A) con le sue frizioni che in campo spariscono, con la sua solidarietà e con le sue prese in giro.

E per te, mamma, cosa resta, a parte ore e ore a “smotare” i cambi e a combattere una guerra già persa contro quell’agglomerato marrone così tenace e resistente su maglie e scarpe?
Ora che dopo anni di ‘apprendistato’ cominci un po’ a capirlo, riesci a gustarti il rugby e riesci a non vedere solo un mucchio di gente che se le tira, e non sei qui a guardare il tuo “campione” ma apprezzi la squadra, il collettivo.

Nessuna mamma si augura di avere un campione tra le mani, sennò ha sbagliato sport!

Il futuro per tuo figlio non è sfondare nel rugby ma crescere con questo, con quello che ti dà e ti fa diventare. Un uomo o donna che ha passione in quello che fa e che lotta, stringe i denti e insieme agli altri arriva alla meta.

Questo mi auguro. Mete importanti nella vita e uomini migliori per il nostro domani. RUGBY♥